Ubicato a 3 km dal castello di Cheverny, Troussay, ancor oggi abitato, è un mosaico di preziosi elementi decorativi antichi, interni ed esterni, unito a un grazioso mobilio cinquecentesco, seicentesco e settecentesco. Le pittoresche dependance in stile locale evocano la dimora agricola di Raboliot, il celebre bracconiere.
Il parco all’inglese, luogo molto ameno, propone agli amanti delle passeggiate varie animazioni contemporanee di land art. Nel 2017, l’artista Bruno Beillard vi ha installato insetti realizzati con materiali riciclati. Il pollaio presenta invece un insieme di gallinacei alquanto originali e divertenti.
Nella boutique del castello, oltre a numerosi articoli vintage, è possibile trovare un assortimento, selezionato con cura, di tipici prodotti regionali, nonché dei cestini da picnic.
Piccola è la dimora, ma o quanto felice se d’amici essa è piena
Questo castello privato e abitato appartiene alla famiglia Marcotte de Sainte-Marie dal 1900. Oltre alle stanze del castello, inserite nella lista dei monumenti storici francesi nel 2000, i visitatori possono anche scoprire, all’interno delle dependance, un ecomuseo che ritraccia la vita regionale di un tempo.
La costruzione di Troussay inizia a metà del XV secolo, ma è solo nel Rinascimento che si ritrovano le prime tracce del nome del suo proprietario. Si tratta allora di Robert de Buggy, signore di Troussay e scudiero del re Francesco I.
Nel 1828, il castello è acquisito dalla famiglia de la Saussaye. Louis de la Saussaye, amico di Prosper Mérimée e Félix Duban, fa restaurare completamente i luoghi. La facciata Francesco I ricorda l’architettura di Chambord, mentre la facciata Luigi XII evoca il periodo rinascimentale.